venerdì 6 novembre 2009

Acerentropia


Disordinatamente strutturata, psicologicamente disorientata ma paga, rossa, rossa di autunno, ma anche arancione, gialla e azzurra: mutevole come lui, come lei, tra poco nuda, nuda di queste mie foglie che ancora mi vestono…

IRRADIO


la finestra non c'era ma l'ho messa perchè anche le parole hanno bisogno di essere trasportate da un vento. All'inizio si lasceranno solo accarezzare, poi si lasceranno catturare e forse dopo riusciranno ad uscire. Sarà un vortice sconclusionato...è presumibile. Poi tutto si ordinerà e troverà la sua logica a costo di crearne una apposta...Le logiche nascono dalle cose che vogliono che qualcuno le pettini

venerdì 25 settembre 2009

GRRRRRRRR

tanto non farete che restare lì a guardarvi, nessuno è disposto a lottare perchè nessuno è disposto a morire...allora sanguinatevi addosso, implodetevi. Lei sta là a tamburellare con le dita e a girare la clessidra sul tavolo.

giovedì 10 settembre 2009

EXPLOSION FANTASY

Quantità di carne umana posta in pericoloso stato di equilibrio sopra minuscole appendici dette piedi .... all'ascolto prossimo...fra poco.

giovedì 30 luglio 2009

Cosa E' la Protesi vocale Perenne


È uno strumento di comunicazione che consente a chi ne ha accesso di raccontare propri stati d’animo, sensazioni, emozioni, attimi di vita quotidiana e pensieri reconditi.

Essendo uno strumento utilizzato in maniera del tutto individuale i risultati prodotti sono estremamente soggettivi, e come le persone stesse, possono piacere o no, risultare simpatici, interessanti, accattivanti, o anche no.

Non ci sono regole al suo utilizzo, e neanche standard.

Ma attenzione, colgo un errore nella sua formulazione.
Immaginate che io mi metta a raccontare cosa penso dei miei compagni di vagone mentre sono lì con loro, oppure che me ne infischi delle regole relative all’aviazione civile e accenda il mio antiquato cellulare mentre sono in volo. Cosa potrebbe succedere?
Nel primo caso potrei prendermi una bella porzione di schiaffi, nel secondo caso potrebbe andarmi anche peggio.

Questo per dire che forse, non potendo poi effettivamente raccontarvi alcune cose mentre queste avvengono, parte della naturalezza e della genuinità dello strumento va a farsi friggere. E dovendoci ripensare si finisce per rielaborare l’oggetto della comunicazione.

Pensiamoci!

COSA E' SE NON E'?

Dire, dire...direbbe il mio maestro. Cosa è dunque per voi questo luogo? Io dico per me:
non è una radio, non è un caro diario, non è un posto dove si viene a leggere il caro diario, non è un posto dove si viene a recitare quello che si è scritto.
A voi....

mercoledì 29 luglio 2009

EPICA CONDOMINIALE


Una forma di narrazione epica è senz'altro rappresentata dalle comunicazioni condominiali, quelle che compaiono appiccicate con lo scotch sulle porte degli androni o nell'ascensore.
In genere sono scritte in burocratese accennato, in tono vagamente minatorio e falsamente risoluto e sono sempre zeppe di errori.
Queste missive rappresentano uno squarcio sulla rosura quotidiana di chi si vede sciorinare i panni fin sul balcone o di chi si sente vittima di inenarrabili soprusi perchè il vicino in garage ha parcheggiato troppo a ridosso del suo parafango
Incredibile pensare quanto in un condominio si condividano e si assecondino parapsicosi , quanto ci si possa disprezzare dietro lo zerbino con i disegnini simpatia
La foto in questione è stata scattata in un androne sempre saturo del profumo di patate al forno, peperoni e altre amenità
Un triste androne, ma fresco come tutti gli androni
Con il ficus rachitico d'ordinanza, le cassette della posta profilate in ottone e lo smerigliatino del portone
Chissà quale esasperazione ha portato il possessore della bici senza sellino a scrivere questo messaggio
Eppure resterò con l'interrogativo aperto sul ricongiungimento tra bicicletta e sellino fino a settembre.....




martedì 28 luglio 2009

BRUTTO DOVE?

...e poi pensavo anche che dentro un supermercato o un centro commerciale, o ancora di più a girellare tra montagne di TV, cellulari e cavi digitali starebbero meglio individui che ancora devono essere prodotti. L'habitat tecnologico reclama fattezze nuove per riallinearsi su un concetto più armonico tra luoghi e corpi. Invece, tranne che nelle nuovissime generazioni, si vedono ancora corpi rubati a lavori manuali che nella sottrazione hanno visto crescere strati di adipe inutile insieme a calvizie e a varie deformità legate alla mancanza di svolgere un lavoro e di vivere in un luogo a loro pertinente.

giovedì 23 luglio 2009

SACRIFICI

ma davvero non avete mai provato il dolore della carne? Pensate sia meglio o peggio di quello dell'animuccia? Pensate ancora per categorie...questo sta lì e quello sta là. Se uccido è reato se uccido è peccato. Mi concedo piccole digressioni di sofferenza. In fondo siamo umani...che sarà mai. Infatti che sarà mai..
Non è nulla. Volete un brandellino, un assaggino di fibra sanguinolenta? Cosa andate cercando? La vostra inesauribile sofferenza lacrimevole uggiosa neo-post romantica. C'è un sì e c'è un no. Il resto è languore ammorbidentato. Volete che qualcuno si immoli perchè siete unici...tutti siamo unici e dovremmo bastarci e avanzarci.

Voglia di evasione


A tutti quelli che sono stati bambini fino a tutti gli anni ’80 sarà capitato almeno una volta nella vita di catturare una meravigliosa farfalla e infilarla nel trasparente barattolo della marmellata della nonna.
A tutti quei bambini, ormai cresciuti, sarà capitato di contemplare la farfalla, ancora meravigliosa, seppur immobilizzata nella sua vitrea trappola.
Di solito questa esperienza capitava in questo periodo dell’anno, quando si scorrazzava felici nei prati o nei cortili.
Certo la farfalla è ancora meravigliosa nella sua trappola, ma diventa un’astrazione, è decontestualizzata.
Questa è la sensazione di questi giorni. Vivere in un posto e non conoscerlo fino in fondo, fa sentire come la farfalla in trappola: sono decontestualizzata in frammenti di trappole vitree che sono le parziali percezioni di questo luogo, di cui, comunque, mi sto innamorando!

ANDATA E RITORNO DAL MONDO


Ieri: l'ora blu...
Uscita dalla torre saracena mi sono immersa nella moltitudine.
Vestita di sottintesi e di pelle nuova sono andata in cerca di pensieri, di sguardi e di solitudini che nella moltitudine si distinuguono, al mio sguardo attento, per la sinistra scintilla vitale che ogni tanto, a intermittenza, parte dal cuore ed esplode fra la folla producendo un rumore sordo che solo l'udito di chi è abituato ad cercare, percepisce.
Ma non abbiamo più il coraggio di tenere uno sguardo sconosciuto nel nostro.
E abbiamo paura di riconoscere nell'altro la stessa forma di malattia: la speranza.
Uscire e cercare e poi fuggire a gambe levate, consapevoli di essere scampati ad altro fallimento ad un'altra serata inutile e ad un'ulteriore ferita, per rifugiarci nel nostro mondo fatto di plasma, distanze obbligate e verità celate.
Ah se potessimo urlare liberamente e tutti nel medesimo istante al mondo tutta la nostra delusione e infinita solitudine Dio, se mai ve ne fosse uno, ne morrebbe...
E aggiungo altri sacchi di sabbia alle finestre.
Voglio pensare solo ad una linea di difesa.
Le emozioni che s'insinuano dalle fessure invadono la stanza.
E rischiano d'infrangere il muro di ghiaccio che ho eretto attorno al mio esile corpo....

mercoledì 22 luglio 2009

FRATTALICA FRATTURA

E chi non avrebbe timore a gettarsi a capofitto nel vortice della duplicazione incontrollata che produce l'infinitesimo? Ma non occorre pensare a voragini inaudite, non serve farsi sopraffare dall'enormità del gigante per avere la scusa della propria piccolezza e della propria finitudine. Siamo tutti malati dall'esistere sempre e a ogni costo tanto da fare di noi delle volontà assolute, delle ancore uncinate. Sviluppiamo allo scopo artigli solo apparentemente invisibili e, se dovessimo vedere,...non reggeremmo l'orrore, perchè ogni pennellata che ci diamo nasconde un tentacolo, un appiglio uncinato una ventosa...tutto pur di restare. Di permanere, di sopra-vivere...

Narratrice epica con pensieri dotati di moto oscillatorio


Conosco una persona che nella vita ha fatto gran parte delle cose che gli altri giudicano follie, tipo abbandonare un lavoro “sicuro” per vivere alla giornata e soprattutto “campando” della propria arte e creatività.
Spesso mi sono ritrovata a parlare con lui e a dover constatare che folli sono gli altri (ovvero noi tutti), quelli che invece si accaniscono ad avere una vita inquadrata, fatta di certezze, di case in ordine, con muri solidi, di cambi di stagione, di vacanze al mare con i bambini, ma solo a giugno, perché è più fresco…
Forse è vero, i folli siamo noi, ed è per questo che tento, da “inquadrata” quale sono, di dare libero sfogo ai miei pensieri “folli”, che quindi troppo folli non sono.

INGAGLIOFFITO NEGLI OZI ASCOLTO LE EPICHE NARRATRICI

Ascolto lo scorrere dell' epica narrazione da parte di canicolari femmine loquaci. Immagino se a possedere la chiave d' accesso alla protesi fossero cento, mille, diecimila....Quale canto muliebre avvolgerebbe come rete il miserrimo quotidiano di umani affancendati. Facile non accorgersi delle straordinarie occasioni di fantastico raccontare che si perdono in ogni istante di vita in superficie.

Le graziose cavie sanno benissimo di far parte di un esperimento che vuol dar vita a una macchina organica di perenne narrazione. Hanno preso la loro missione con passione e puntiglio, facciano attenzione coloro che porgeranno le loro sciatte vite trascinate al vaglio del loro tagliente sguardo loquace.

LA TORRE SARACENA


...da questa porzione di città, da questa molecola di vita sociale, da questo granello di sabbia a cui sono rimasta aggrappata dal secolo passato, ascolto la vita degli altri scorrere rapida.
In questa Torre invece il tempo scorre lentissimo, i tempi per riflettere sono dilatati, di tanto in tanto qualcosa mi spinge fuori e coraggiosamente indosso pelle che non è mia e un altro punto di vista: affronto la strada dove provo a sorridere ma dietro la maschera mi domando come faccio a pensare di essere diversa dai barbari...sento che la vita scorre scorre fuori come il sangue anemico nelle mie vene.
I globuli bianchi sono in eccesso... e stanno divorando ossigeno.

lunedì 20 luglio 2009

KILL BILL

Dietro l'ultimo mattone ci sarà il mio occhio. Non sarà facile essere così veloce da rubare il sorriso o la lacrima di qualcuno, nè fissare il momentaneo disvelamento dell'osso sotto la carne, del sangue dietro la pelle satinata di un'abbronzatura perfetta. Ma Kill Bill BB esige la maestria dell'arma e non sarei degna di questo soprannome se non mi applicassi al suo uso.

domenica 19 luglio 2009

LA SFINGE DI PIAZZA NAVONA

La sfinge di piazza Navona....inquietanti prominenze


Ps. mi prendo la libertà di prendere questo primo post di una delle affocate narratrici canicolari per dare qlcune indicazioni tecniche

  1. Titolate sempre il vostro post
  2. mettete una categoria in fondo al post usate il vostro nome così saranno archiviati i vostri post (ho messo serena)
  3. La foto va sempre pubblicata centrata per uniformità grafica, mettete sotto la diodascalia se volete, ma sforzatevi pure a emettere un pò di testo...
  4. La foto se è più grandina è meglio cliccandoci sopra si vede per esteso.
con tinuate ad esprimervi sinesteticamente bravine davvero io ho suini problemini, ma vi seguo....

venerdì 17 luglio 2009

ORA LE NARRATRICI EPICHE QUOTIDIANE SONO QUATTRO

Si aggiunge una nuova narratrice epica così usciamo dal limaccioso limite delle tre grazie (grazia, graziella ecc.). Barbara detta Kill Bill è colei che disegna le interfacce ed l' unica donna dei "Ragazzi di via Gaeta".
Barbara entra per rompervi le ossa e togliervi quella patinina da brave ragazzette di paese che ancora vi rallenta l' epica quotidiana. Apprezzo molto l' impegno, ma siate ancor più epiche se potete e vedrete che migliorerete almeno del 72%.

Vi ho abilitato anche a scrivere sul blog, potete fare post e pubbliacre foto e articoli, accomodatevi. Se volete porvi iconograficamente fate pure, se preferite la penombra meglio ancora. Libere libere!!!!!

giovedì 16 luglio 2009

LE PRIME TRE NARRATRICI EPICHE QUOTIDIANE

Oggi abbiamo consegnato le chiavi della PvP alle prime tre narratrici epiche quotidiane. Le ho scelte per iniziare il test sulla protesi vocale perenne con persone non conosciute e che non si conoscono tra loro. Se vorranno si appaleseranno anche in questo blog, dove possono postare, ma soprattutto racconteranno istanti di epica quotidiana con le loro vive voci.

Qui le ascolterete come Assunta, Elena, Serena. I loro messaggi saranno autonomi o concatenati tra loro, sceglieranno le narratrici, sceglierà la protesi vocale perenne...Non si sa è un esperimento! Il fine del progetto è creare i presupposti per un twitter vocale, tanto per semplificare, vi darò se volete spiegazioni più dettagliate, ma molto trovate nel blog Golemxn .

Pensiamo di lasciare per ora solo donne in questa versione della PvP . Per le sessioni miste esistono anche troppi socialnetwork e vorrei evitare il solito provoloneggiamento che ha determinato la burinerrima eclissi di ogni protesi emozionale.

Da Assunta Elena e Serena, e dalle altre che entreranno, ci si aspetta solo che usino questa macchinetta come il block notes vocale dei loro pensieri folli. Non devono preparatr nulla, non pensarci prima, non studiare...Se volevo letterete poetesse attrici e fughedilegno fini dicitrici mettevo un annuncio sul giornale non andavo a pescare nelle pieghe più riposte delle mie ascoltatrici a cui so mi legano sintomi irreversibili di dissociazione.

CERCHIAMO NARRATORI EPICI QUOTIDIANI

Stiamo selezionando sei persone disposte a sottoporsi a un test finalizzato alla seconda fase della sperimentazione della "Protesi vocale perenne " (PvP).Il kit individuale che forniremo è quello che già sta usando Gianluca Nicoletti.
Solamente la pubblicazione avverrà in una pagina mash-up dove saranno impaginati i feed vocali (VocalEt) provenienti dalla pagina di ognuno dei "narratori epici quotidiani". Il risultato sarà una giornata inesistente narrata da più persone che rendono epici loro istanti di vita quotidiana. Insomma molteplici vite frullate tra loro ne comporranno una nuova che non si è mai prodotta spazio temporalmente, ma si è composta per spontanee aggregazioni. Seguiremo una storia che si comporrà secondo un classico schema mitopoietico: più storie tramandate oralmente si assemblano nella memoria comune e diventano mito.
La partecipazione è limitata nel tempo, gratuita, volontaria e subordinata alla compilazione di una form d'iscrizione. Non cerchiamo in questa fase professionisti, attori, romanzieri, professionisti del racconto, ma proprio persone che si limitino a immettere a nel sistema almeno due VocalEt sui loro pensieri quotidiani espressi a braccio nell' istante esatto che passano per le loro menti. Dobbiamo fermare attimi, non valorizzare aspiranti poeti.
Partecipa solo chi veramente motivato a contribuire alla sperimentazione che inizierà nel giro di un giorno al massimo. Chi desiderasse partecipare scriva qui sotto.